In spiaggia sì, ma con un po’ di classe. Insomma, insieme a creme solari e teli da mare quest’anno, sotto l’ombrellone, sarebbe opportuno portare anche un po’ di garbo e tanto self-control. Incriminati cellulari, rifiuti, giochi rumorosi sul bagnasciuga, cicche di sigarette sparse sulla battigia, apparecchi radiofonici ad alto volume… E mentre vip e signore del jet-set “fuggono” dai litorali italiani, dove “mancano le regole elementari della buona educazione e del saper vivere”, Telefono Blu e il Sib, il sindacato degli stabilimenti balneari stilano il decalogo per l’estate .
In particolare il decalogo del Sib consiglia di non sostare o lasciare indumenti sulla battigia, destinata esclusivamente al passaggio, di depositare carte e rifiuti negli appositi cestini, gettare le cicche nei portacenere, non sulla sabbia. E’ buona norma tra l’altro, si legge sempre, nel decalogo, usare apparecchi radio solo con le cuffie o a basso volume, conversare a bassa voce e posizionare la suoneria del telefonino al minimo, giocare a palla o praticare sport solo negli spazi allestiti, ma soprattutto si consiglia a turisti e bagnanti di non portare via sabbia o conchiglie come souvenir. Perché con il tempo, denuncia il Sib, l’ecosistema marino potrebbe venire irrimediabilmente compromesso.
Quello che manca oggi nelle spiagge italiane è il buon gusto, la riservatezza, la discrezione. Non sempre si può fare ciò che si vuole o si desidera in spiaggia. Baci appassionati, effusioni. E’ come se mancassero le regole elementari del vivere, della buona educazione.
Quello che manca oggi nelle spiagge italiane è la buona educazione. Il rispetto nei confronti degli altri, sembra non esista ormai più. La privacy? Ormai un optional nel nostro Paese.
Basta con i topless e i nudi integrali, soprattutto quando ad esibirlo sono signore di una certa età, bisogna coprirsi. Lunghi caftani del Marocco molto chic, parei o eleganti t-shirt con pantaloncini per gli uomini. Al bando il trucco, i rossi troppo accesi, il rimmel volgarissimi con l’abbronzatura, ma anche i gioielli. Permesse solo le perle, si nutrono e si rigenerano nell’acqua.
Ecco il decalogo fatto di “bon ton” per una vacanza consapevole, senza rischi e di quieto vivere stilato dall’associazione Telefono Blu.
1) L’accesso: L’utilizzo delle spiagge, anche se demaniali, è consentito a tutti. I bagnanti hanno il diritto di entrare gratis e raggiungere il mare per la via più breve. Nessuna norma può impedire l’accesso al mare in qualunque periodo dell’anno. I gestori possono pretendere il pagamento per i soli servizi, a tariffe trasparenti.
2) La sosta: Non è vietato fermarsi sulla battigia, ma non si possono piazzare ombrelloni e sedie, o comunque intralciare il passeggio.
3) Giochi sulla sabbia: Racchettoni e pallone sono banditi in riva al mare. Qualsiasi gioco che possa disturbare i bagnanti è vietato.
4) Bagnanti quattro zampe: Non è consentito portare animali sulla spiaggia e, qualora lo fosse, occorre tenerli al guinzaglio ed evitare che facciano i propri bisogni. C’è posto anche per loro solo nelle prime ore del giorno e sulle spiagge libere.
5) Discoteca on the beach: La musica a tutto volume arreca disturbo. La radio è “off” e il chiasso non rientra certo tra le buone maniere.
6) Corsa “travolgente”: Il tuffo con la rincorsa può rivelarsi pericolosa, a rischio di investire qualche bagnante.
7) La spazzatura: I rifiuti devono essere conferiti negli appositi cassonetti o, comunque, portati via. È compito del Comune ripulire le spiagge e, se questo non avviene, Telefono Blu invita a segnalarlo.
8) I predoni del mare: Stelle marine, granchi e pesciolini devono restare nel loro habitat naturale: gli equilibri sono già abbastanza a rischio.
9) Le bandiere: Prima di fare il bagno è importante accertarsi che non ci sia alcun segnale di pericolo. Ogni 100 metri, poi, deve esserci un bagnino.
10) Pagamenti: Per la cabina deve essere rilasciata una ricevuta fiscale.
E infine qualcosa che riguarda le barriere architettoniche, tutti gli stabilimenti devono avere accessi per i diversamente abili.
Sopravvivere al vicino di ombrellone
Diversi studi di psicologia hanno dimostrato che in spiaggia, le persone triplicano l’aggressività'. Le motivazioni di questo pizzico di suscettibilità sono diverse, a cominciare dalle temperature alte, che influiscono negativamente sul sistema nervoso.
Se al caldo si somma il sovraffollamento delle spiagge e la cattiva educazione di alcuni individui, il rischio di incorrere in una crisi di nervi, aumenta parecchio.
Lo spazio, poi, rappresenta un altro fattore da tenere in considerazione. Infatti, man mano che il cosiddetto spazio vitale di ognuno (cioè la zona immediatamente vicina al proprio corpo) si riduce, aumenta l’irritabilità'.
Sommando queste tensioni si possono generare liti fra i più sofferenti. Per placare gli animi si può fare un tutto per rinfrescare il cervello. E’ questo l’organo che giù di ogni altro necessita di essere raffreddato, per evitare il surriscaldamento della corteggia celebrale, cosa che può alterare le sue capacità di tenere gli impulsi sotto controllo. Oppure si possono mettere in atto speciali strategie di sopravvivenza.
Maleducati di ultima generazione che strepitano al cellulare, raccontando con dovizia di particolari le conquiste della sera precedente.
Irriducibili dei racchettoni e del calcio che scelgono di palleggiare con vigore e con qualche rischio per le teste altrui.
Bambini allo sbaraglio in riva al mare che, correndo come forsennati riempiono di sabbia corpi e borse dei vicini.
Adolescenti scatenati che preferiscono la musica a tutto volume al dolce sciabordio dell’acqua di mare.
Petulanti signore di mezza età che si scambiano a voce alta pettegolezzi degni di una telenovela e consigli sulle pietanze da portare in tavola per la cena.
Coppiette spudorate che si scambiano effusioni esagerate.
E’ di certo capitato a tutti di essere costretti a condividere un giorno sulla spiaggia con una di queste speciali categorie di persone.
Viste in quest’ottica le vacanze estive al mare e la conseguente vita da spiaggia, possono apparire un vero inferno, ma non bisogna disperarsi. Innanzitutto perché, fortunatamente, non tutti i bagnanti sono proprio così.
In secondo luogo perché esiste una bassa probabilità statistica di dovere condividere lo stesso fazzoletto di sabbia solo con turisti di queste categorie.
In ogni caso, anche in tali situazioni, un rimedio c’e'. Esistono, infatti alcuni stratagemmi di furbizia calcolata che, uniti a sottigliezze psicologiche, possono rivelarsi molto efficaci per combattere i maleducati del bagnasciuga, allontanandosi e liberandosene, senza dover ricorrere a liti e maniere forti in grado di avvelenare una giornata al mare.
Innanzitutto, per isolarsi da coloro che sembrano di volere rendere partecipe l’intera spiaggia dei propri fatti personali, parlando al cellulare a voce alta, spesso quasi urlando, esistono due tipi di rimedi.
Il primo, piuttosto sbrigativo, consiste nel mettersi un paio di cuffie alle orecchie ed eclissarsi ascoltando buona musica. Ancora meglio, poi se si coglie l’occasione per una rilassante nuotata.
Il secondo, invece, consiste nell’osservare il maleducato diritto negli occhi, mostrando, senza dire una parlo, una disapprovazione poco celata. In un caso simile non occorre parlare: lo sguardo e' già di per sé molto eloquente e, solitamente, il colpevole comprende il misfatto reagendo in modo positivo e moderando il proprio tono di voce.
In tema di accorgimenti di carattere psicologico, si può anche iniziare a fingere a propria volta una conversazione al cellulare, imitando in tutto e per tutto il comportamento del vicino di ombrellone. La strategia di emulazione infatti può far si che il noncurante bagnante prenda coscienza dei propri fastidiosi atteggiamenti, come se stesse guardandosi allo specchio.
Per dare un taglio ad effusione al limite della decenza nelle quali alcune coppie (un po’ per esibizionismo, un po’ per complicità di un contesto vacanziero che allenta i freni inibitori) si scambino persino in spiagge super affollate, ci si può trasformare, a propria volta, in attori.
Ci si può fingere allora genitori, sorelle o fratelli di bambini innocenti che si interrogano sul comportamento eccessivamente libero di questi innamorati tutt’altro che timidi. E di conseguenza come possono loro continuare a turbare delle anime innocenti?
Oppure, ancora, ci si può armare di un po’ di sfrontatezza e avvicinarsi ai fidanzati, posizionando il proprio asciugamano a pochi centimetri da loro. In questo caso l’effetto e' garantito poiché per quanto sfacciati, i due verranno colti da un imbarazzo che li spingerà ad allontanarsi.
Per non rischiare di litigare con chi, armato di racchette e palline, si diverte a giocare vicino alle altrui teste, due sono le possibilità.
Cedere pacificamente cercando un diverso posto sulla sabbia, o armarsi di pazienza e domandare ai maleducati di spostarsi. Si potrebbe addurre, come motivazione della propria richiesta, un episodio fittizio inventato per l’occasione. Infatti, e' di solito un buon deterrente raccontare che l’estate precedente si e' stati colpiti da una pallina in fronte il cui impatto ha provocato una lesione tale da rendere necessario il trasporto in ospedale e la conseguente denuncia dei colpevoli. Questo vale solo nel caso in cui ci si imbatta in persone arroganti che non vogliono mutare atteggiamento.
Tra le tante tecniche da usare per difendere privacy e tranquillità, la migliore consiste nel non farsi sopraffare dall’aggressività', esponendo in modo calmo, ma con determinazione, le proprie richieste e facendo comprendere ai propri interlocutori che ciò che si chiede e' un semplice rispetto reciproco per avere una pacifica convivenza sul mare.
La spiaggia può essere considerata una comunità nella quale esistono ruoli e linguaggi specifici. Non a caso spesso e' proprio al mare che c’e' un ribaltamento dei rapporti di potere. Qui, infatti, contano più le prestazioni fisiche, come magari l’abilita' nel nuoto o nel windsurf, che le capacità lavorative o il ceto sociale. Basti pensare che, il più delle volte, sia che si interagisca con avvocati, professori, medici o bagnini ci si rivolge a tutti con un confidenziale tu che mette tutti alla pari.
Due consigli da non dimenticare prima della partenza
Gli amanti del nudismo e' meglio che si accertino sempre, prima della partenza da casa, che la destinazione scelta disponga di spiagge nelle quali praticare il naturismo non sia un reato (specie se si va in paesi di religione islamica). Potrà sembrare banale, ma e' tutt’altro che raro incontrare, uomini e donne senza costumi da bagno anche in spiagge dove il nudismo non e' consentito, con le conseguenti rimostranze da parte degli altri bagnanti che, spesso e volentieri, sfociano in estenuanti discussioni e, nel peggiore dei casi, in denunce.
Chi desiderasse portare il proprio cane con sé in spiaggia, deve accertarsi in anticipo se nello stabilimento balneare prescelto si possano portare senza problemi gli amici a quattro zampe. La situazione e' più complessa nei tratti di spiaggia libera dove e' quasi sempre vietato.
Sei consigli da non dimenticare durante la vacanza
Si inizia dall'abbigliamento: la spiaggia è l'unico luogo dove si può indossare la camicia bianca già dal mattino, a patto che non ci siano aloni di sudore. Ammesse, anzi quasi consigliate, le stropicciature e le pieghe che ben si sposano con tessuti come il lino o il cotone. Niente stirature impeccabili e pinces rigorose, per evitare un effetto pinguino che non è adatto alle alte temperature dell'estate. Per le donne, regole rigorose soprattutto in fatto di trucco e accessori: sono banditi gioielli, trucco vistoso, profumi, rosari al collo, calzini sotto i sandali e canottiere.
In controtendenza con quanto insegnano i vip immortalati dai rotocalchi, va di moda la discrezione: ci si cambia in cabina, e anche nelle spiagge più incontaminate si scelgono luoghi appartati, senza mostrare le proprie nudità agli altri. Il topless è concesso solo per prendere il sole, ma non per gironzolare da un lato all'altro della spiaggia; in quel caso il pezzo di sopra del bikini deve tornare al suo posto. Ci si copre anche per andare al bar o al ristorante, dove t-shirt e pareo sono obbligatori; concessi invece i piedi scalzi. Serve moderazione anche nel fare la doccia, utile per sciacquarsi velocemente o per rinfrescarsi, ma non per lavarsi. Non è carino, insomma, esibirsi in perfomance più adatte all'intimità della propria vasca da bagno. Regole di buona educazione anche per indossare gli occhiali da sole: vanno bene per una conversazione, ma al momento delle presentazioni vanno necessariamente tolti.
La buona educazione si vede anche da come si usa il cellulare e anche qui vince la discrezione: la suoneria dovrebbe essere ridotta al minimo, così come la conversazione, che per nessuna ragione deve disturbare la vacanza del vicino di ombrellone. Infine, chi ama mangiare sotto l'ombrellone deve ricordarsi di non trasformare la spiaggia in un accampamento, con borse frigo, ciotole e bottiglie sparse qua e là.
Spassionati consigli giungono anche agli amanti del tatuaggio, perché è importante essere trendy, ma sempre con garbo e eleganza. Le dimensioni del disegno non devono mai essere esagerate, così come la parte del corpo che si vuole tatuare: secondo esperti, è preferibile non farsi tatuare in zone esposte alla visione altrui, né in quelle parti che con il passare dell'età possono cedere vertiginosamente.
La beach etiquette esige cortesia anche quando si contratta con i venditori ambulanti: si risponde con gentilezza al saluto di ogni venditore che ci propone i propri articoli, ma bisogna essere fermi nel dire «no, grazie» se non siamo interessati all'acquisto. È segno di maleducazione anche contrattare con insistenza, così come rivolgerci con il generico «Mustafà» a tutti i venditori che si avvicinano al nostro ombrellone. Evitare, se possibile, anche di urlare da un capo all'altro della spiaggia per attirare la loro attenzione e di far esporre tutta la loro mercanzia se già sappiamo che non compreremo nulla.
Il galateo deve accompagnarci anche quando si va in barca: prima di accettare un invito, bisogna sapere che è buona consuetudine dare una mano, dalle pulizie quotidiane fino alle manovre di bordo. Se non si ha sufficiente dimestichezza, bisogna cercare semplicemente di obbedire e di non correre inutili rischi, che rovinerebbero la vacanza anche a tutti gli altri passeggeri. Durante il viaggio non si pretendono cambiamenti di rotta o soste extra, obbligando l'intero equipaggio a piegarsi alle nostre esigenze, né si appesantisce la barca con i propri bagagli: meglio portarsi solo il necessario, preferibilmente in una borsa di tela.
Buone Vacanze!