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19 marzo: San Giuseppe, festa del papà...e le zeppole?



La festa dedicata a tutti papà nel giorno di San Giuseppe è usanza relativamente recente, giorno in cui i più piccoli consegnano i piccoli doni preparati con l´aiuto di mamme e maestre ma in cui anche i più grandi colgono l´occasione di dimostrare oggi, più che in altri giorni, il loro affetto per il papà . Un giorno di festa che ha radici antiche nel rito di purificazione dei campi e dove i falò di San Giuseppe illuminano la notte. Il Navigatore vi porta a scoprire la storia e la tradizione dietro le classiche cravatte per la festa del papà .

Secondo la tradizione popolare, e le scarne notizie in merito contenute dai Vangeli, San Giuseppe è lo sposo della Vergine Maria ed il padre putativo di Gesù. Il suo culto si diffuse piuttosto tardi in occidente e grazie a S.Tommaso, S. Geltrude e S. Brigida e, nel secolo XVI a S. Teresa di Gesù ma solo nel 1870 fu proclamato, da Papa Pio IX, patrono della chiesa universale; per questo è il santo protettore dei poveri e dei derelitti, poiché i più indifesi hanno diritto al più potente dei Santi, ed in alcuni paesi è rimasta la tradizione di organizzare banchetto di san Giuseppe invitando i poveri ad una tavola che il parroco provvedeva a benedire; ma San Giuseppe, in virtù della sua professione, è patrono dei falegnami. La sua festa cade il 19 marzo di ogni anno, festa nazionale fino al 1977, con i tradizionali falò e le buonissime zeppole. La scelta del 19 marzo come giorno per celebrare San Giuseppe, e con essa la tradizione dei fuochi nei campi, deriva dal più antico rito di purificazione; per segnare il passaggio dall´inverno alla primavera nel rituale pagano si accendevano grandi cataste per bruciare i residui del raccolto sui campi e si guardavano i fuochi ardere per tutta la notte, gareggiando per quale durasse più a lungo, in una tradizione che va via via scomparendo. La festa del papà nasce come complemento a quella della mamma, nel ventesimo secolo, per celebrare la paternità in tutte le sue gradazioni, nonni compresi, ed il giorno stabilito varia da paese a paese; come in Italia si festeggia il 19 marzo anche in Belgio, Portogallo e Spagna mentre la data più diffusa è la terza domenica di giugno, dove la festa del papà è celebrata in 24 paesi tra cui gli Stati Uniti, dove pare essere stata festeggiata la prima festa del papà il 5 luglio 1908 forse in memoria dei minatori e padri di famiglia morti nell´esplosione della miniera di Monongah, ne West Virginia, altre versioni la voglio attribuita a Sonora Smart Dodd di Spokane che avrebbe spinto molto per commemorare la morte del padre veterano della guerra civile, per poi venire istituzionalizzata solo nel 1972 da Nixon nella data attuale. Paese che vai, usanza che trovi, in Vietnam ed in Corea del sul vengono genericamente festeggiati i genitori, in Russia la festa del papà coincide con una festa militare genericamente festa dell´uomo mentre a Taiwan si festeggia l´otto agosto perché 8 8 [ba ba] suona come la parola cinese padre.
tratto da http://www.ilnavigatore.org/

San Giuseppe è anche il simbolo della castità, e quindi tutore delle ragazze da marito. Molti proverbi e poesie popolari contengono raccomandazioni a San Giuseppe, per trovare marito. Questo santo è una delle figure più care alle famiglie, ed è uno dei beati ritenuti più potenti per la concessione delle grazie.

Oltre a proteggere i poveri e le ragazze, San Giuseppe, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa.
La festa del 19 marzo è anche associata a due manifestazioni specifiche, che si ritrovano un po' in tutte le regioni d'Italia: i falò e le zeppole.

STORIA DELLA ZEPPOLA:


Nell’antica Roma il 17 marzo si celebravano le Liberalia”, feste in onore delle divinità del vino e del grano. Per omaggiare Bacco e Sileno, precettore e compagno di gozzoviglie del dio, il vino scorreva a fiumi: per ingraziarsi le divinità del grano si friggevano frittelle di frumento.
A San Giuseppe, che si festeggia solo due giorni dopo (19 marzo), la fanno da protagoniste le discendenti di quelle storiche frittelle: le zeppole di S.Giuseppe.
Nella sua versione attuale, la zeppola di S.Giuseppe nasce come dolce conventuale: secondo alcuni nel convento di S.Gregorio Armeno, secondo altri in quello di Santa Patrizia. Ma c’è anche chi ne attribuisce “l’invenzione” alle monache della Croce di Lucca, o a quelle dello Splendore.
La prima zeppola di San Giuseppe che sia stata messa su carta risale comunque al 1837, ad opera del celebre gastronomo napoletano Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino.
Il 19 marzo si è sempre festeggiato inoltre la fine dell’inverno (la primavera è ormai nell’aria): durante i cosiddetti “riti di purificazione agraria” vengono accesi in molti paesi del meridione dei grandi falò, e preparate grosse quantità di frittelle.
Un tempo a S.Giuseppe, patrono dei falegnami,si festeggiava la loro festa e venivano messi in vendita tutti i tipi di giocattoli di legno. Tutti i bambini ne riceveva in dono dai genitori qualcuno.
Oggi invece, dal 1968, da quando cioè il giorno di S.Giuseppe è stato decretato festa del Papà, il 19 marzo sono i figli a fare regali ai padri.

Ecco alcuni degli etimi più accreditati:

- zeppa: dal latino “cippus”, pezzetto di legno in grado di risolvere piccoli problemi di slivellamento. La zeppa è piccola, e per questo somiglia a quel “pizzico” di pasta lievitata che, messo a friggere nell’olio bollente, si gonfia, fino a dar vita alla classica “pastacrisciuta”. La zeppola si fa infatti come la pastacrisciuta, ma è dolce: e come lei, a Napoli ha un’origine “stradale”.

- serpula(m), dal latino serpe: la zeppola (quella antica,di San Giuseppe) ha la forma di una serpe acciambellata.

- cymbala(m), imbarcazione fluviale dal fondo piatto e l’estremità arrotondata, dunque a forma di ciambella. Col tempo, attraverso una serie di modificazioni linguistiche, cymbala è diventato “zippula”, da cui zeppola.

- Saeptula, da saepio, cingere. Questo termine designava gli oggetti di forma rotonda in genere.

- Zi’Paolo: il nome del friggitore napoletano,presunto inventore della zeppola.

Per concludere, va ricordato che “zeppola” è anche uno dei nomi scherzosi che i napoletani danno all’ernia inguinale, insieme aguallera, paposcia, ‘ntoscia, mellunciello.

E’ peraltro probabile che la zeppola/ernia non sia la zeppola di San Giuseppe bensì la “pastacrisciuta”, quell’impasto di farina, acqua e lievito che, messo a friggere nell’olio bollente, si gonfia, rassomigliando ad una rotondeggiante ernia inguinale.
tratto da http://www.zeppola.it/

Sono dispiaciuta e arrabbiata di vedere le mie ricette in giro nel web, copiate pari pari...Basta!

Sono dispiaciuta e arrabbiata di vedere le mie ricette in giro nel web, copiate pari pari...Basta!
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