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Corona dell'avvento




Questa è la mia corona dell'avvento, purtroppo è sintetica, ed è decorata con palle di vetro decorate da me. La candela bianca l'accenderò il giono di Natale.



La disposizione di quattro ceri su una corona di rami sempre verdi, in uso soprattutto nei paesi germanici e nell’America del Nord, è divenuta simbolo dell’Avvento nelle case dei cristiani. La corona di Avvento, con il progressivo accendersi delle sue quattro luci, domenica dopo domenica, fino alla solennità del Natale, è memoria delle varie tappe della storia della salvezza prima di Cristo e simbolo della luce profetica che via via illuminava la notte dell’attesa fino al sorgere del Sole di giustizia (cf. Ml 3, 20; Lc 1, 78).


Un po’ di storia della corona d’Avvento
La sua origine va ricercata presso i Luterani della Germania orientale. La corona d'Avvento può essere considerata la continuazione di antichi riti pagani che si celebravano nel mese di yule (dicembre) con luci. Nel sec. XVI divenne simbolo dell'Avvento nelle case dei cristiani. Questo uso si diffuse rapidamente presso i protestanti e i cattolici. Successivamente fu impiantato anche in America. La corona d'Avvento è costituita da un grande anello fatto difronde d'abete (si usa anche il tasso o il pino, oppure l'alloro). E sospesa al soffitto con quattro nastri rossi che decorano la corona stessa. Può anche essere collocata su di un tavolo. Attorno alla corona sono fissati quattro ceri, posti ad eguale distanza tra di loro. Si inizia, quindi, ad attendere il Natale con la prima domenica di Avvento. La tradizione vuole che essa sia di forma circolare poiché il cerchio è, fin dall’antichità, un segno di eternità e unità. Come l’anello, che è tutto un continuo, la corona è anche segno di fedeltà: la fedeltà di Dio alle promesse. Quindi, la corona dell’Avvento deve mantenere la sua forma circolare e non diventare una qualsiasi composizione floreale, come si tende a fare oggigiorno, con quattro candele. La corona, che è un segno di regalità e vittoria, annuncia che il Bambino che si attende è il re che vince le tenebre con la sua luce. I rami sempreverdi dell’abete o del pino che ornano la corona sono i simboli della speranza e della vita che non finisce, eterna appunto. Questi rami richiamano anche l’entrata di Gesù in Gerusalemme, accolto come Re e Messia e salutato con l’agitare di rami. Ancora oggi la liturgia ambrosiana pone nell’Avvento, il racconto dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. Per ornare la corona si usano nastri rossi o violetti: rosso o rosa, simbolo dell’amore di Gesù che diventa uomo; violetto, segno della penitenza e della conversione per prepararsi alla sua venuta. Data la sua origine la corona d’Avvento ha una funzione soprattutto religiosa: annuncia l’avvicinarsi del Natale a tutti coloro che vogliono prepararsi ad esso. Il consumismo moderno se ne è impadronito, ne ha predisposte di tutte le forme e con materiali diversi, ne ha fatto un motivo ornamentale natalizio che si trova non solo nelle case e nelle chiese, ma anche nei negozi, nelle piazze, durante i concerti, durante le feste. Le quattro candele hanno un loro significato: la candela dei Profeti che si accende la prima domenica di Avvento, quella di Betlemme che viene accesa la seconda domenica, quella dei pastori che viene accesa la terza domenica e infine quella degli angeli che viene accesa l’ultima domenica, prima di Natale. Le candele vengono accese una per settimana, ogni domenica, quando la famiglia è riunita. Di solito l’accensione è riservata ai più piccoli, proprio perché questa tradizione è nata per preparare i bambini al Natale. Durante la settimana si possono riaccendere le candele (una per la prima settimana, due per la seconda settimana….e così via, fino ad avere tanta luce con le quattro candele accese) quando si mangia insieme, quando arriva un ospite. La prima candela, quella che si accende la prima domenica di Avvento, si chiama “Candela del Profeta”ed è la candela della speranza. Ci ricorda che molti secoli prima della nascita di Gesù ci furono uomini saggi, chiamati profeti, che predissero la sua venuta al mondo. Un profeta di nome Michea predisse perfino che Gesù sarebbe nato a Betlemme. La seconda candela, chiamata “Candela di Betlemme”: candela della chiamata universale alla salvezza; ci ricorda la piccola città in cui nacque il Salvatore. La terza candela è chiamata la “Candela dei pastori”, candela della gioia, perché furono i pastori ad adorare il santo Bambino e a diffondere la lieta notizia.La quarta candela è al “Candela degli Angeli” per onorare gli Angeli e la notizia cheportarono agli uomini in quella notte meravigliosa.
tratto da http://www.arcidiocesigaeta.it/Public/Documenti/LA%20CORONA%20DELL.pdf

Sono dispiaciuta e arrabbiata di vedere le mie ricette in giro nel web, copiate pari pari...Basta!

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